"ITALIA: ULTIMO ATTO" @ JAMYOURSELF.COM (I) by Il Levriero Staff
02/05/2010 at 22:07
Another great review @ JAMYOURSELF.COM (I) by Manuel (sorry, Italian only)
"Quando pensi che il tuo paese non abbia niente di "fresco" da offrire dal punto di vista musicale e quando prendi atto del declino morale e spirituale della terra che ti ha dato i natali, ecco che arrivano gli Ianva. Collettivo genovese, ha allattivo un debut album di notevole spessore ("Disobbedisco!") e un signor Ep ("Loccidente"). Ianva più che una band è un progetto musicale e culturale, che si concentra sulla tradizione musicale italiana per riportarne i fasti allattenzione di tutti i nuovi ascoltatori, nostalgici e non di artisti come Morricone, De André, Mina. A rimpinzare il target della band citiamo anche gli appassionati di neo-folk, dark e neo-cabaret, sonorità che gli Ianva hanno profondamente assimilato e rielaborato in maniera molto personale. Ma per le informazioni sui genovesi, tra i quali alcuni riconosceranno un certo Argento, mente e braccio del progetto black metal "Spite Extreme Wing", vi rimando a una bellissima intervista che il vocalist Mercy ha concesso allo staff del valido e competente Ondarock.
Gli Ianva testimoniano la possibilità di far sopravvivere la musica tricolore di qualità e di trattare tempi politici senza diventare una band politica. Ispirazione principale delle idee dei nostri è infatti la Storia del nostro paese: mentre "Disobbedisco!" era un concept album incentrato sullimpresa fiumana, il disco che andiamo a recensire adesso si focalizza sullItalia del dopoguerra. Ciò che stupisce è la capacità degli Ianva di trasmettere emozioni, brividi, sussulti, senza scadere nel ridicolo e nel propagandistico. Aldilà di quello che si può sentire affermare in giro, Ianva non è un progetto politicizzato e non scrive, canta e compone per propagandare chissà quali idee di chissà quale partito. Basta ascoltare bene i brani e apprezzarne i testi per abbandonare lottica idiota e limitata che contraddistingue la critica musicale (e non) nostrana, secondo la quale cè da scovare del politico in qualsiasi cosa, perché altrimenti molti giornalisti sarebbero senzaltro disoccupati non avendo cazzate da sciorinare su giornali "vigilanti".
Bando alle ciance. La musica degli Ianva, come accennato, affonda le proprie radici nellillustre stile di soundtrack morriconiano, lo impasta col cantautorato italiano e straniero (De André, Scott Walker, Marc Almond) e con i nomi più eclatanti del filone neo-folk (Death In June, Ostara, Sol Invictus). Ciò che ne esce è una musica di una qualità sorprendente, eseguita con passione da un ensamble interamente votato allArte. Lamore per la musica si fonde con lamore per lItalia e si concretizza in una composizione a testa alta, alla faccia di chi vuole farci sentire sempre in difetto quando confessiamo la nostra provenienza. Se lItalia ha avuto molto da dire, adesso può dirlo soltanto tramite gli Ianva o pochi altri.
La bellissima voce di Enrico Silvestrin introduce lascoltatore in un viaggio attraverso lo scempio di un paese bombardato, violentato dalle foibe e lacerato dalla guerra civile tra neri, rossi e bianchi. La sorpresa dellarmistizio, il fragore dell bombe e la paura delle famiglie ("Galleria delle grazie"); il tema delle foibe, mai prima dora toccato con tanta delicatezza, intelligenza e intensità danimo ("Bora"); i sogni e le ideologie che brillano in un sottofondo socio-politico in cui regna il caos ("Negli occhi di un ribelle"); larrivo degli Americani, la fondazione della Prima Repubblica, gli scandali, la droga, laprirsi delle porte a palazzo ("In Compagna dei lupi"). Tutto questo e molto altro è il disco, un disco bellissimo e molto complesso, teatrale, intellettuale, ma che parla diretto al cuore di quanti dimostrino un minimo di sensibilità per le tematiche trattate. Un volo pindarico più in alto di "Disobbedisco!", e forse per questo più pesantuccio: se il primo album scorreva via più facilmente, questo risulta almeno allinizio un poco più lento da digerire e assimilare. Ma una volta che ci si entra dentro, non si torna più indietro. Al posto delle ideologie e delle propagande, vengono messi in risalto i sentimenti: forse è anche per questo che gli Ianva, nonostante abbiano un diffuso e ampio seguito nel nostro paese e allestero (ad esempio in Germania), non sono mai finiti nelle radio e nel mainstream; contrariamente allalternativese politichese italiano (si pensi qui a Modena City Ramblers e compagnia bella), non fanno un lavoro di partito ma di emozioni. E poi vogliono rimanere un prodotto di nicchia, comè giusto che sia: come ogni eccellente vino che si rispetti, gli Ianva sono un prodotto di classe e raffinato, solo per intenditori. Dategli una chance se non li conoscete, non ve ne pentirete a meno che non vogliate sempre sentirvi dire e cantare le stesse fesserie..."