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"L’OCCIDENTE" @ KRONIC (I)  by Il Levriero Staff 24/10/2007 at 22:40
Great "L’Occidente" review @ KRONIC (I) (sorry, Italian only).




"Il ritorno degli Arditi.

Non ne faccio un mistero. Provo generalmente una profonda antipatia, mista a diffidenza, per quei progetti musicali che nutrono i loro lavori di argomenti storico-politici. Non perché io abbia paura di esprimere le mie idee, o di ascoltare quelle altrui, quanto per la superficiale faziosità di certi proclami sulla grandezza della “Vecchia Europa”. Al tempo stesso, chi affronta queste atmosfere con poesia, competenza e consapevolezza, come i genovesi Ianva, mi aiuta a guardarmi indietro e dentro, senza falsi schemi o ideologie di comodo.
Questa lunga premessa per dire che il tanto atteso ritorno discografico della band di Mercy e Stefania D’Alterio (per non sminuire i loro validissimi compagni di viaggio), non delude le aspettative ed anzi, rilancia su un ipotetico tavolo verde con una più alta puntata, aprendo questo ep di quattro brani con “L’Occidente”, canzone che rischia davvero di superare i ristretti confini di qualsivoglia genere musicale “oscuro”, per farsi qualcosa, che come si diceva di Fabrizio De Andrè, non sfigurerebbe sulle antologie di letteratura.
Una cavalcata mesta, questa titletrack dell’ep, incalzante, sostenuta dal danzare amaro di tromba e fisarmonica, per lanciare un “J’Accuse!” lucido ed amaro verso la cultura occidentale e verso noi, a cui di sacro, per dirla con le parole di Mercy, è rimasto solo “l’osso del culo”, ed in cui i richiami ad una identità culturale comune, cadono travolti dal lassismo e dall’indifferenza. Si può condividere oppure no questa idea, ma è innegabile che i tanti che l’ hanno trattata, anche a sproposito, non sono riusciti a raggiungere la veemente ed orgogliosa bellezza di questo brano.
Cambiamo situazione, ed è “Santa Luce Dei Macelli” che ci riporta la voce passionale e ferina di Stefania, su un cabaret nero e folkeggiante, quasi una sfilata circense dedicata agli arcaici riti devozionali del meridione, mentre la strumentale aria celtica, de “Il Sereno E La Tempesta”, è un piccolo dipinto tranquillo prima dell’irrompere di “In Battaglia”. E’ qui che ritroviamo gli Ianva di “Disobbedisco!”, album-capolavoro che un paio d’anni fa stupì (ed ancora non smette di farlo), critica e pubblico. Quest’ultimo pezzo è una epica versione di “In Battle” degli Strawbs, riscritta da Ianva per narrare il preambolo della tragica storia del Maggiore Renzi, musicata in “Disobbedisco!”. In un drammatico crescendo che ci fa vivere una battaglia della Prima Guerra Mondiale, attraverso occhi disincantati, ci viene raccontato il fango ed il sangue, la sconfitta, l’impeto e la bellezza della guerra nell’assalto vittorioso degli Arditi, ma anche la sua immensa inutilità nell’apocalisse di una montagna che, “ha inghiottito mezza armata”.
Se a tratti le voci potevano essere più distinte ed alcuni suoni più chiari, la classe e la preparazione artistica di Ianva, li fa superare abbondantemente la prova di questo ep di transizione e non inganni il “senza voto” : dare un giudizio a queste quattro tracce sarebbe un semplice esercizio numerico non necessario.
Per chi non dimentica di osare sempre, a volte anche l`impossibile... "

(D. Borghi)

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Our biggest thnx to Davide and Kronic Staff